IL PRIMO BEER ATTRACTION NON SI SCORDA MAI

E’ andata più o meno cosi.

Un mese fa il primo Beer Attraction da espositori in quanto di titolari di un birrificio artigianale con poco più di un anno di vita. La prima fiera, la fiera per antonomasia, quella che accoglie e mette a confronto tutto il mondo dell’arte brassicola italiana e non, ma soprattutto che elegge le Birre dell’Anno. A rischio di annoiarvi, continuano a risuonarci nella mente i numeri dell’evento e della competizione: 20.600 visitatori durante l’evento, 430 espositori, 72 giudici internazionali per il concorso, 257 birrifici artigianali in gara, 1367 birre artigianali all’assaggio.

Noi il Beer Attraction l’avevamo frequentato a lungo da curiosi, da appassionati, da home-brewers. Partecipazioni che ci erano servite per conoscere, per imparare, e ovviamente per degustare parecchie birre artigianali. Partecipazioni in compagnia di amici, insieme ai quali la visita alla fiera diventava un’occasione per divertirsi facendo qualcosa di diverso dal solito.

L’edizione 2017 invece è stata quella che ci ha visti per la prima volta interpretare la parte di coloro che, durante l’evento, stanno al di qua del banchetto interno allo stand; la parte di chi della produzione della birra artigianale ha fatto un mestiere; la parte di chi a pochi mesi dall’inaugurazione dello stabilimento si è ritrovato con un Premio Cerevisia in mano, che al contempo caricava e scaricava di aspettative la partecipazione al premio Birra dell’Anno. Pensavamo che se non avessimo vinto nulla, non sarebbe stato poi tanto grave: un premio ce l’eravamo già portati a casa pochi mesi prima, ed era stato un fulmine a ciel sereno di gioia e soddisfazione.

Le aspettative per il Beer Attraction 2017: godersi l’evento nella sua totalità, da espositori; osservare e scoprire le novità portate in fiera dai nostri colleghi, le novità in ambito tecnologico, le novità in ambito distributivo; assaggiare qualche birra, ovviamente; prendere qualche appuntamento utile a valutare nuovi investimenti per lo stabilimento, o nuove strade in ambito distributivo; partecipare ad alcuni degli incontri da addetti ai lavori organizzati dallo staff della fiera. Per quattro giorni l’obiettivo è raggiungibile. Prima di raccontarvi quante e quali aspettative siamo riusciti a soddisfare, provate ad immaginare questa scena.

Sabato 18 febbraio, mattina. Una delle cose più belle del Beer Attraction è che parte col botto, eleggendo i vincitori del premio Birra dell’Anno per il 2017, categoria per categoria. Inutile negarlo, andiamo a goderci la premiazione tra il pubblico, anche perché abbiamo alcune delle nostre birre in gara.

Viene il momento di eleggere la birra dell’anno per la Categoria 3, riferita a birre chiare e ambrate, fermentazione ibrida, basso grado alcolico. Al primo posto viene nominata la nostra ELK!
Inutile negarlo: gambe che tremano, salivazione azzerata, cuore a mille, mentre raggiungiamo sul palco Lorenzo “Kuaska” Dabove. Per la Elk dopo il Cerevisia è una grande conferma, che ci rende orgogliosi e ci sprona a continuare su questa strada. Dopo aver ricevuto il premio, ci siamo guardati negli occhi e ci è venuto naturale tornare al nostro stand, a “lavorare”, quasi ci sentissimo colpevoli di tutta quella gloria.

Il caso ha voluto che il nostro stand fosse a pochi passi da dove avveniva la premiazione. Il caso ha voluto che pur “lavorando” potessimo continuare a seguire le premiazioni finché non è arrivato il momento di premiare la categoria 13, riservata alle birre scure, alta fermentazione, basso grado alcolico, d’ispirazione angloamericana. Premiano il terzo posto. Premiano il secondo posto. Arriva il momento di premiare il primo posto, la birra dell’anno per la categoria 13: dal palco, Kuaska nomina la birra Koi del Birrificio 61cento.

Pochi attimi per rendersi conto e… siamo noi, di nuovo! Dal palco cominciano a chiamarci, stupiti del fatto che tardassimo a segnalare la nostra presenza. Dallo stand ci mettiamo a sbracciare e raggiungiamo nuovamente il palco. La Koi, la nostra Milk Stout, forse uno degli stili che amiamo di più, ma che ci rendiamo conto essere tra le più “difficili” nostre proposte, è stata nominata Birra dell’Anno. La gioia esplode ancora più forte e intensa; da quel momento la nostra partecipazione al Beer Attraction cambia completamente.

Il 99% degli obiettivi e delle aspettative vengono stravolti. Come capita a tutti gli espositori che vincono premi, il nostro stand viene all’improvviso preso d’assalto: appassionati che vogliono assaggiare le due birre dell’anno per le rispettive categorie; titolari di birrerie, pub, ristoranti e pizzerie che vogliono scoprire i nostri stili di birra e che vorrebbero magari inserire in carta quelli che hanno vinto premi; distributori e buyer che cominciano a chiederci quali siano le nostre intenzioni in ambito distributivo nazionale.

E’ abbastanza normale, per chi di mestiere “vende” birra, porre l’attenzione sulle birre premiate. Poter presentare in carta alcune tra le “birre dell’anno” di sicuro stimola la curiosità e l’interesse degli avventori. Quando sei tu a ritrovarti in questa situazione non hai pressoché tempo di realizzare quello che sta succedendo intorno. La tua agenda viene letteralmente stravolta, i pasti saltano, gli appuntamenti si sommano, la volontà di guardarsi in giro e godersi la fiera passa in secondo piano. Strette di mano, biglietti da visita, incontri, chiacchierate, pacche sulla spalla: tutto si somma, tutto va ad accrescere il bagaglio di emozioni e stimoli che vai ad accumulare.

Te ne rendi conto solo a pochi giorni dalla fine della fiera. Quando ti ritrovi esausto, spossato, ma felice. Quando cominci a renderti conto. Quando finalmente realizzi. E sei più carico che mai per affrontare una nuova primavera ed una nuova estate.

61cento Written by:

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